In primo luogo le aziende abituate ad utilizzare fiere e passaparola, come unici strumenti di marketing, sono state costrette dalla pandemia a rivalutare l’esperienza digitale come una via praticabile, se non addirittura obbligatoria.
Diversi dati statistici riportano quanto già lo scorso lockdown, iniziato a marzo, abbia aumentato l’utilizzo di Internet in modo orizzontale: dal consumatore, che si è abituato a comprare la spesa on line, all’azienda, che ha sostituito l’incontro con il cliente con la call conference, piuttosto che il sistema di service che aiuta le filiali a manutenere le macchine utilizzando la realtà aumentata.
Il Covid è stato, volenti o nolenti, un acceleratore di digitalizzazione. Questo ha degli effetti chiari sul mercato; in primis adattarsi a tante novità.
Trend nel digital marketing post Covid-19
I comportamenti dei consumatori sono cambiati durante il lockdown e gran parte delle nuove abitudini rimarranno vive anche dopo la fine di questa situazione di crisi.
Eventi digitali e virtuali
Gli eventi pubblici sono stati annullati e le aziende hanno dimostrato un ottimo spirito di adattamento nella digitalizzazione della propria presenza in fiera, così come della presentazione dei propri prodotti (pensiamo al lancio delle collezioni nel settore modo).
Vendita diretta
Se già nel recente passato molti produttori cercavano di superare la distribuzione, vendendo direttamente on line con nuovi brand o con stock di prodotti venduti unicamente su internet, con la pandemia questo trasfigurazione del produttore è diventata un trend. Molti produttori, forti della leva sul prezzo e della gestione di tutto il processo, vista la crisi, hanno deciso di rivolgersi direttamente al consumatore finale via web. Questo indebolisce le attività locali, aprendo d’altra parte ad una distribuzione di prodotti nazionali, direttamente ai consumatori, in tutto il mondo.
E-commerce
I consumatori hanno cambiato radicalmente le proprie abitudini d’acquisto, introducendo la spesa on line nella loro quotidianità. Inoltre, i costi di sviluppo dell’e-commerce si sono ridotti notevolmente soprattutto grazie alle nuove piattaforme, che ormai son accessibili anche alle piccole imprese.
Shopstreaming: televendite digitali
E-commerce e live-streaming si sono incontrati rendendo gli acquisti delle esperienze interattive vissute in tempo reale durante le dirette. Le aziende più innovative potranno sfruttare questo nuovo trend, mentre le aziende di piccole dimensioni potranno utilizzare lo shopstreaming in maniera parziale.
Sicurezza esposta
Le aziende sono state costrette ad ingenti investimenti per adeguarsi in fretta e furia alle nuove regole, al fine di offrire un posto di lavoro con spazi riorganizzati. Questo approccio è stato poi promosso nella comunicazione esterna, attraverso foto o video postati sui social media, con la volontà di rafforzare nell’interlocutore l’idea di un’azienda seria, rispettosa delle regole e della salute dei propri dipendenti.
Formazione online
Il lockdown ha obbligato le imprese a digitalizzarsi rendendo necessaria una formazione a passi forzati. Conferenza e webinar sono diventati la quotidianità, creando le basi (tecniche e intellettuali) per sfruttare in futuro le medesime modalità con scopi commerciali. Vedremo sempre più spesso aziende offrire o coinvolgere i clienti in attività di formazione o di informazione remota, per rafforzare il valore percepito del brand, nonché per veicolare proposte commerciali.
Considerazioni finali
La pandemia ha modificato radicalmente le abitudini, costringendo le imprese ad adattarsi a moltissimi cambiamenti.
Alcuni consigli da prendere in considerazione:
- Ripensare la spesa marketing con maggiori investimenti nella pubblicità online.
- Rivisitare la comunicazione in modo che sia più diretta, trasparente e decisa.
- Imparare a coinvolgere i clienti e i prospects direttamente on line.
- Prendere in considerazione lo sviluppo di un e-commerce efficace (b2c o b2b che sia)
- Comunicare maggiormente sui Social Media.
- Ottimizzare il proprio posizionamento sui motori di ricerca.
Giorgio Michelangelo Fabbrucci