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Test di usabilità: domande, dubbi e risposte

8 febbraio 2021
di lettura

In uno scorso articolo abbiamo trattato l’usabilità per quanto concerne l’ambito mobile, accennando anche a quanto sia importante effettuare i test di usabilità. Questi, infatti, permettono ai designer e agli sviluppatori di un software di assicurarsi che la app o il sito da loro realizzati siano semplici da utilizzare, facili da ricordare e esteticamente piacevoli.

Riprendendo le teorie di Krug nel suo testo “Don’t make me think. Un approccio di buon senso all’usabilità web e mobile” si andranno ad analizzare in questo articolo i principali dubbi legati ai test di usabilità, dando dei consigli pratici su come svolgerli.

La differenza tra focus group e i test di usabilità

Troppo spesso le persone tendono a confondere questi due termini. Nello specifico, quando la richiesta dell’ultimo minuto è un focus group di solito è segno che viene dal dipartimento marketing dell’azienda che ha commissionato il lavoro. Infatti, se gli esperti di marketing sono convinti che il sito stia andando nella direzione sbagliata, ritengono che sia il caso di fare delle ricerche di mercato. E uno dei tipi di ricerca che conoscono meglio sono i focus group.

Tuttavia, come ormai avrete intuito, i focus group e i test di usabilità non sono assolutamente termini sinonimi. Vediamo la differenza:

  • Focus group: si tratta di un gruppo di persone, di solito da 5 a 10, che si siedono intorno a un tavolo a parlare, per esempio delle loro opinioni sui prodotti, sulle esperienze che hanno avuto con essi o sulle loro reazioni ai nuovi concept. I focus group sono ottimi per farsi rapidamente un’idea di cosa sentono e pensano gli utenti su un determinato prodotto.
  • Test di usabilità: consistono nel guardare una sola persona per volta mentre cerca di usare qualcosa per eseguire azioni comuni, perché si possano rilevare e correggere gli aspetti che la confondono o la frustrano.

La differenza principale sta nel fatto che nei test di usabilità si guardano le persone utilizzare effettivamente le cose, invece di ascoltarle parlare di esse.

I focus group possono rendersi molto utili per determinare cosa vuole il pubblico, di cosa ha bisogno e cosa gli piace, in astratto.

Purtroppo però, questi non vanno bene per capire se un sito funziona adeguatamente e come migliorarlo.

Ecco tre consigli essenziali sui test di usabilità:

  • Se si desidera un bel sito, è necessario farli. L’unico modo per scoprire se un sito funziona davvero è guardare altre persone mentre cercano di usarlo.
  • Eseguire un test con un solo utente è meglio che con nessuno. Eseguire test funziona sempre e anche il test peggiore con l’utente peggiore mostrerà cose importanti che si potranno migliorare nel sito.
  • Eseguire test con un solo utente all’inizio del progetto è meglio che eseguirne con 50 alla fine. Un test semplice subito, quando si è ancora in tempo per applicare quello che vi suggerisce, quasi sempre è più prezioso di un test elaborato più tardi.

Quanto spesso si devono eseguire i test?

L’ideale sarebbe che tutti i team di sviluppo web trascorressero una mattina al mese a eseguire test di usabilità.

Difatti, se i test si mantengono semplici, si continua ad eseguirli. Al contrario, se i progetti iniziano a diventare eccessivamente articolati a causa del continuo sviluppo risulterà molto più difficile trovare il tempo da dedicare ai test.

Inoltre, con una frequenza così lineare, anche avendo solo tre partecipanti, si potranno riconoscere abbastanza problemi.

Quanti utenti servono?

Secondo Krug il numero ideale di partecipanti per ciascun ciclo di test è tre.

I test sono un metodo qualitativo il cui scopo è migliorare quello che si sta costruendo per identificare e risolvere problemi di usabilità.

Oltretutto, è importante ricordare che in una sessione non è necessario trovare tutti i problemi, anzi, è meglio concentrarsi per risolvere quelli più gravi e spinosi.

Come si scelgono i partecipanti?

Nel 2021 ormai ci sono moltissimi modi per trovare partecipanti disposti a prendere parte a test di usabilità:  Facebook, Twitter, Instagram, Google, o addirittura chiedendo ad amici e parenti.

È importante ricordare di non essere eccessivamente selettivi nella scelta dei partecipanti, soprattutto perché per la maggior parte dei siti si possono eseguire test praticamente con chiunque.

Naturalmente, se si riescono a trovare senza difficoltà partecipanti che fanno parte del pubblico di destinazione tanto meglio.

Dove si eseguono i test?

Per eseguire i test serve uno spazio tranquillo dove non essere interrotti, con un tavolo, una scrivania e due sedie.

Per permettere a tutti i membri del team e a tutti coloro che sono interessati di osservare i test da un’altra stanza, è consigliabile usare un software per la condivisione dello schermo.

Per completezza sarebbe meglio usare anche un software per la registrazione dello schermo.

Chi deve eseguire i test?

Chi si siede al fianco dei partecipanti per guidarli nei test viene chiamato facilitatore.

Chiunque può essere il facilitatore di un test di usabilità. Ad ogni modo, è bene prediligere qualcuno che tenda ad essere paziente, calmo, empatico e buon ascoltatore.

Il compito primario del facilitatore è quello di far ragionare ad alta voce i partecipanti. Guardare cosa fanno i partecipanti e al contempo ascoltare cosa pensano mentre lo fanno permette di avere un punto di vista diverso rispetto a ciò che si ha realizzato.

Oltre al facilitatore si consiglia di far osservare il test a più persone possibile tramite un software di condivisione schermo. In questo modo i colleghi potranno osservare insieme al facilitatore le mosse dell’utente.

Cosa accade durante il test?

Un test standard può essere ripartito in sei passaggi:

  • Benvenuto: si inizia spiegando come funziona il test in modo che il partecipante sappia cosa aspettarsi.
  • Domande: si fanno al partecipante un paio d domande su di lui. Questo aiuta a metterlo a proprio agio e permette di farsi un’idea del suo livello di esperienza con il computer e con il web.
  • Tour della home page: si apre la home page del sito che si deve testare e si chiede al partecipante di guardarsi intorno e di dire di che cosa parla. Questo permette di notare quanto è facile capire la home page e quanto il partecipante conosca già l’ambito.
  • I compiti: si tratta del cuore del test. Guardare il partecipante mentre tenta di svolgere una serie di compiti. Ci si deve assicurare che il partecipante rimanga concentrato sui compiti e continui a pensare ad alta voce. È fondamentale non porre domande che possano guidarlo e non gli si deve offrire nessun indizio, pena la corruzione del test.
  • Indagine: dopo le attività, al partecipante si possono porre delle domande su tutto quello che è accaduto durante il test e tutte le domande che propone chi stava nella sala di osservazione.
  • Wrapping up: infine, lo si ringrazia per la disponibilità e l’aiuto, gli si da il compenso pattuito e lo si accompagna alla porta.

Al termine dei test, il team deve condividere le osservazioni e decidere quali problemi risolvere e come risolverli. Questa fase viene definita debriefing.

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