Intelligenza artificiale: gli strumenti utili per l’export manager

Creato il 26 febbraio 2025
Aggiornato il 4 marzo 2025

Non si fa che parlare di intelligenza artificiale (AI). Siamo in una fase di grande fermento: da una parte c’è chi sopravvaluta le capacità dei nuovi strumenti basati sull’AI e li teme; dall’altra, chi non ha compreso la portata del cambiamento in corso e la sua velocità, infine, c’è chi, saggiamente, si sta formando. In realtà, l’intelligenza artificiale non è una novità assoluta, soprattutto tra le grandi aziende. La novità riguarda principalmente l’AI generativa, un ramo dell’intelligenza artificiale che crea contenuti come testi, immagini, audio o video. In questa forma, l’AI promette di essere utile in moltissimi processi e applicazioni, ma soprattutto alla portata delle PMI e perfino dei singoli.

Quale che sia il vostro ruolo, a breve vi troverete a lavorare fianco a fianco con un “aiutante” AI. L’export manager non fa eccezione: anzi, come vedremo, è una delle figure che più potrebbe beneficiare dall’aiuto di questi sistemi.

L’applicazione più immediata e, probabilmente, la più impattante al momento riguarda il supporto linguistico. La comunicazione è centrale per l’export manager, che deve negoziare, creare relazioni e rappresentare il brand in diverse lingue. L’intelligenza artificiale sta rapidamente rivoluzionando questo settore: traduce testi in diverse lingue con un livello molto buono e può anche suggerire bozze di testi come documenti, email, messaggi, ecc., facendo risparmiare moltissimo tempo.

A differenza dei normali traduttori automatici, l’AI può personalizzare le bozze tenendo in considerazione una conoscenza di base del settore, la terminologia di riferimento, la documentazione tecnica dell’azienda, il listino prezzi o il catalogo prodotti. In estrema sintesi, è in grado di fornire suggerimenti basati su un background preciso di informazioni. Può anche considerare lo storico delle interazioni: in una sequenza di messaggi con un cliente, l’AI può ricordare gli scambi precedenti e suggerire risposte in base all’interlocutore, alla sua lingua e alle sue richieste passate. Microsoft e Google si stanno muovendo in questa direzione, permettendo l’integrazione di informazioni aziendali, intelligenza artificiale e strumenti di lavoro tra cui Outlook e Gmail. Anche i più famosi CRM stanno adottando soluzioni simili.

Il supporto linguistico non si limita ai testi. Esistono già tecnologie che consentono di clonare la nostra voce e produrre video e audio in diverse lingue mantenendo il nostro tono. Possiamo, per esempio, realizzare video presentazioni aziendali e di prodotto in molte lingue con una facilità che fino a poco tempo fa era inimmaginabile.

A breve, queste capacità saranno disponibili anche per interazioni in tempo reale. Sistemi di messaggistica istantanea come WhatsApp consentiranno l’invio di messaggi di testo in una lingua e la ricezione in un’altra. Durante le video call potremo beneficiare di sottotitoli generati nella lingua preferita. Microsoft Teams sta sperimentando un sistema di traduzione simultanea del parlato. Immaginate una video call con un cliente tedesco: potrete parlare in italiano, e l’interlocutore sentirà in tedesco. Risponderà in tedesco, e voi lo sentirete in italiano. Startup stanno sviluppando sistemi di traduzione simultanea per eventi, dove con semplici cuffie ogni spettatore potrà ascoltare lo speaker nella lingua a lui più congeniale.

Il passo successivo sarà delegare alcune attività per concentrarsi su quelle a più alto valore aggiunto. La tecnologia più promettente in questo senso è rappresentata dai chatbot. Alcune fasi di pre-sales e customer care sono già affidate a chatbot, liberando tempo per gli export manager, che potranno concentrarsi sulle trattative più difficili o sulle fasi di vendita più delicate. I chatbot, infatti, possono esprimersi nella lingua dell’utente, considerare interazioni passate e basare la propria conoscenza su informazioni fornite dall’azienda. Notiamo, ad esempio, che i principali marketplace stanno integrando queste tecnologie. Alibaba, il più grande marketplace internazionale B2B, ha sviluppato un chatbot capace di interagire con i potenziali clienti in modo autonomo, utilizzando informazioni aziendali e cataloghi prodotti caricati sulla piattaforma. È lecito pensare che anche le PMI adotteranno presto chatbot con funzionalità simili.

L’AI velocizzerà molti compiti, lasciando agli export manager più tempo per attività strategiche tra cui vorrei citare l’analisi dei dati. In un mondo sempre più tecnologico, la quantità e l’accessibilità dei dati aumenteranno. Anche qui, l’AI può venire in aiuto, consentendo di interrogare i database con domande dirette. Gli assistenti AI troveranno risposte, prepareranno grafici, forniranno spiegazioni e segnaleranno anomalie. Sarà come avere un analista sempre pronto a rispondere: un aiuto prezioso, specialmente per presentazioni e slide. Oltre ai dati organizzati, si potranno trattare anche dati meno strutturati. Ad esempio, raccogliendo le email di interazione con i clienti, l’AI potrà analizzarle per identificare punti di frizione, obiezioni ricorrenti e migliorare i processi di vendita. Le possibilità sono molteplici.

In questo scenario, all’export manager saranno richieste nuove competenze per sfruttare al meglio queste tecnologie. Diventa quindi fondamentale la formazione. In particolare, sarà importante approfondire aspetti quali:

  • Prompt design: saper creare richieste (prompt) in modo efficace per interagire con i sistemi AI.
  • Pensiero critico: selezionare le domande giuste e valutare la qualità delle risposte.
  • Capacità di verifica: validare gli output dell’AI, che possono contenere errori.
  • Conoscenza degli strumenti: saper scegliere e utilizzare gli strumenti più adatti.
  • Etica nell’uso dell’AI: bilanciare automazione e interazione umana per mantenere relazioni autentiche con i clienti.
  • Analisi  dei  dati:  padroneggiare  le  tecniche  di  analisi  per  interrogare efficacemente i database.

L’adozione di nuove tecnologie rappresenta sempre sia una sfida sia una grande opportunità.

 

Autore: Emanuele Ricci | Digital export manager di Pro Export 

 

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