Ratifica del DTA tra Italia e Cina: un’opportunità strategica per le Imprese italiane

In questo articolo esploreremo i benefici e le opportunità che il nuovo Double Tax Agreement (DTA) tra Italia e Cina offre alle imprese italiane.

Creato il 5 marzo 2025
Aggiornato il 5 marzo 2025

In questo articolo esploreremo i benefici e le opportunità che il nuovo Double Tax Agreement (DTA) tra Italia e Cina offre alle imprese italiane.

Con l’introduzione di aliquote fiscali più favorevoli, la riduzione della doppia imposizione e incentivi per gli investimenti in settori chiave come le infrastrutture e la tecnologia, il trattato rappresenta un passo importante verso un contesto fiscale più favorevole.

Il 5 novembre 2024, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la ratifica della nuova Convenzione tra Italia e Cina per eliminare la doppia imposizione sui redditi (Double Tax Agreement – DTA), siglata a Roma il 23 marzo 2019. La legge di ratifica (n. 182/2024) è stata successivamente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 3 dicembre 2024, completando così l’iter normativo necessario per la sua entrata in vigore, prevista per il 2025. Tuttavia, le disposizioni del trattato avranno efficacia dal 1° gennaio 2026, offrendo alle imprese un periodo di transizione per adeguarsi alle nuove regole.

L’obiettivo principale del nuovo DTA è eliminare le doppie imposizioni, prevenire l’evasione fiscale e creare un ambiente normativo più favorevole per le aziende italiane che operano in Cina. In linea con il Modello OCSE 2017, introduce significative modifiche rispetto alla precedente convenzione del 1986, con impatti rilevanti su dividendi, interessi, royalties, capital gain e sulla definizione di stabile organizzazione.

Il processo di ratifica, sostenuto dalla Camera di Commercio Italo-Cinese e dalle istituzioni governative italiane, rappresenta un passo importante nel rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali. Le nuove disposizioni, infatti, favoriranno il rimpatrio degli utili e miglioreranno la pianificazione fiscale degli investimenti, offrendo alle imprese maggiore certezza giuridica e minori oneri fiscali.

Quali sono le conseguenze finanziarie della ratifica del DTA tra Italia e Cina?

Il progetto di ratifica del nuovo DTA si compone di quattro articoli, con l’articolo 3 che disciplina le disposizioni finanziarie. A partire dal 2025, i costi di attuazione dell’accordo sono stimati in 10,86 milioni di euro (11,49 milioni di dollari) annui. Tali costi verranno coperti mediante una riduzione del fondo speciale di spesa corrente del bilancio 2024 del Ministero dell’Economia, con parte delle risorse provenienti dalla riserva del Ministero degli Affari Esteri.

Durante il dibattito parlamentare, il Vice Ministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha evidenziato la valenza strategica del nuovo DTA, sottolineando che l’accordo ridefinisce il quadro economico e finanziario tra Italia e Cina. Secondo Cirielli, il trattato non solo rafforza i rapporti bilaterali con Pechino, ma rappresenta anche un sostegno concreto alle imprese italiane che si confrontano con una crescente concorrenza internazionale. Altri Paesi europei hanno già stipulato accordi simili con la Cina, rendendo la ratifica del DTA un passo fondamentale per garantire un contesto competitivo favorevole alle aziende italiane.

Questa ratifica si inserisce in un più ampio impegno diplomatico ed economico, culminante nella visita ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana in Cina. L’incontro ad alto livello testimonia la volontà dell’Italia di consolidare i rapporti economici con la Cina, promuovendo un quadro normativo stabile per le imprese italiane attive nel mercato cinese.

Quali sono le principali novità del nuovo DTA?

Il nuovo DTA tra Italia e Cina introduce diverse disposizioni modernizzate, in linea con i principi internazionali in materia fiscale. L’accordo, che sostituisce quello del 1986, incorpora misure del progetto OCSE/G20 sull’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS) e dello strumento multilaterale dell’OCSE (MLI). Tali misure sono finalizzate a contrastare l’elusione fiscale e migliorare la risoluzione delle controversie fiscali.

Uno degli aggiornamenti più rilevanti è l’introduzione della clausola Principal Purpose Test (PPT), che consente di negare i benefici del trattato se una transazione è strutturata principalmente per ottenere un vantaggio fiscale, evitando così il fenomeno del treaty-shopping.

Il nuovo DTA aggiorna inoltre le aliquote della ritenuta d’acconto su dividendi, interessi e royalties, favorendo gli investimenti transfrontalieri tra Italia e Cina:

  • Dividendi: L’aliquota di ritenuta alla fonte viene ridotta dal 10% al 5% per gli azionisti che detengono almeno il 25% del capitale azionario di una società per almeno un anno. Questa riduzione incoraggia gli investimenti italiani in Cina e semplifica la distribuzione dei dividendi.
  • Interessi: La ritenuta d’acconto resta al 10%, ma viene introdotta un’aliquota ridotta all’8% per prestiti di durata minima di tre anni destinati a finanziare progetti di investimento, inclusi quelli nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI). Inoltre, il nuovo DTA amplia l’elenco delle entità esenti, includendo istituzioni italiane come Cassa Depositi e Prestiti e alcuni titoli di debito come i Panda Bond.
  • Royalties: L’accordo riduce l’aliquota fiscale effettiva sulle royalties derivanti dall’uso di apparecchiature industriali, commerciali o scientifiche. Il tasso effettivo scende dal 7% (10% sul 70% dell’importo lordo) al 5% (10% sul 50% dell’importo lordo), rendendo più conveniente il trasferimento di tecnologia tra i due Paesi.
  • Plusvalenze: L’articolo 13 stabilisce che le plusvalenze derivanti dalla vendita di partecipazioni qualificate (almeno il 25%) saranno tassabili se tale soglia è stata raggiunta nei 12 mesi precedenti la vendita. Per gli altri casi, le plusvalenze saranno tassate esclusivamente nel Paese di residenza del venditore, semplificando il regime fiscale per gli investitori transfrontalieri.

Queste misure riflettono l’impegno a modernizzare le norme fiscali, offrendo maggiore chiarezza e riducendo i costi per gli investimenti tra Italia e Cina. Il nuovo DTA promuove un contesto fiscale più prevedibile, incentivando la cooperazione economica, in particolare nei settori finanziario, infrastrutturale e tecnologico.

Benefici per le imprese italiane

Il nuovo DTA tra Italia e Cina offre alle imprese italiane una serie di vantaggi concreti, soprattutto per quelle che operano in Cina o intendono espandere la loro presenza nel mercato cinese. In primo luogo, uno degli aspetti più rilevanti è la riduzione degli oneri fiscali per le aziende, grazie alle nuove aliquote agevolate per dividendi, interessi e royalties. La ritenuta sui dividendi, ad esempio, scende dal 10% al 5% per gli azionisti che detengono almeno il 25% delle azioni per almeno un anno, rendendo più vantaggioso il rimpatrio degli utili da società cinesi. Per gli interessi, viene introdotto uno sconto al 8% su prestiti destinati a progetti di investimento, come quelli legati alla BRI, favorendo in particolare gli investimenti a lungo termine. Inoltre, l’aliquota sulle royalties scende al 5%, favorendo il trasferimento di tecnologie e know-how tra i due Paesi. Queste modifiche riducono significativamente la pressione fiscale sulle aziende italiane, migliorando la competitività e ottimizzando la pianificazione fiscale.

Un altro beneficio importante riguarda la maggiore certezza fiscale. L’introduzione di regole più chiare sulla tassazione delle operazioni transfrontaliere consente alle imprese di evitare potenziali doppie imposizioni e di operare con maggiore trasparenza. Le disposizioni specifiche, come l’introduzione del PPT, sono pensate per evitare pratiche di treaty shopping e garantire che i benefici fiscali vengano applicati solo a transazioni legittime, riducendo i rischi legati all’elusione fiscale. La previsione di un quadro normativo stabile e comprensibile consente alle imprese italiane di pianificare le proprie operazioni a lungo termine senza timore di incertezze normative che potrebbero influire sugli investimenti.

Infine, il trattato offre incentivi agli investimenti, specialmente nei settori strategici come infrastrutture, tecnologia e innovazione. Le aziende italiane che operano in questi settori possono beneficiare di un ambiente fiscale più favorevole che incoraggia la cooperazione con i partner cinesi. I cambiamenti fiscali facilitano non solo il rimpatrio degli utili, ma anche la creazione di nuove alleanze e progetti congiunti, che possono tradursi in maggiori opportunità di business e crescita in Cina. Le semplificazioni e gli incentivi fiscali rendono le operazioni transfrontaliere più efficienti e attrattive, favorendo lo sviluppo di partnership strategiche e aumentando la competitività delle imprese italiane nel contesto globale.

Sfide e aspetti da considerare

Nonostante i vantaggi, le imprese italiane dovranno affrontare alcune sfide nell'adattarsi al nuovo quadro normativo. La compliance fiscale con le leggi locali cinesi potrebbe rappresentare un ostacolo, specialmente per le aziende che non sono abituate a operare in Cina, dove il sistema fiscale può essere complesso e differente da quello italiano. Inoltre, le differenze nei sistemi fiscali tra i due Paesi potrebbero causare difficoltà operative e necessità di un adattamento continuo.

È fondamentale che le imprese italiane si avvalgano del supporto delle istituzioni e delle associazioni di categoria, che svolgeranno un ruolo cruciale nell’assistere le aziende nell’orientarsi attraverso le nuove regolazioni fiscali, offrendo consulenze e risorse per garantire il rispetto delle normative.

Conclusioni e prospettive future

La ratifica del DTA tra Italia e Cina segna una svolta significativa nel rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali, consolidando i legami tra i due Paesi e creando nuove prospettive di sviluppo per le imprese italiane. Con un quadro fiscale più favorevole e una maggiore certezza giuridica, le aziende italiane potranno espandere la propria presenza nel mercato cinese, soprattutto nei settori chiave come quello tecnologico, infrastrutturale e finanziario. Le prospettive di sviluppo sono particolarmente promettenti, con potenziali investimenti destinati a crescere grazie agli incentivi previsti dal trattato.

Per sfruttare appieno le opportunità offerte dal DTA, le imprese dovranno utilizzare gli strumenti e le risorse messe a disposizione dalle istituzioni italiane e cinesi, impegnandosi in una pianificazione fiscale accurata e nel rispetto delle normative.

 

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