Il documento fornisce una panoramica dell’evoluzione del commercio digitale e delle politiche commerciali digitali. L’analisi empirica dimostra che:
- il commercio digitale - che nel 2018 rappresentava quasi il 24% del commercio globale, rispetto al 19% del 2018 – sta crescendo più rapidamente del commercio “non digitale”
- la crescente connettività digitale offre un doppio dividendo sotto forma di minori costi commerciali sia nazionali sia internazionali (un aumento dell’1% della connettività è associato a una riduzione dello 0,3% dei costi del commercio interno e dello 0,1% dei costi del commercio internazionale)
- il commercio digitale ha il potenziale per raddoppiare l’effetto degli accordi commerciali
- la riduzione delle barriere nazionali che incidono sul commercio digitale ha un forte effetto di supporto alle esportazioni, in particolare per i servizi erogabili digitalmente.
I risultati suggeriscono quindi che la connettività digitale e le politiche del commercio digitale svolgono un ruolo significativo e crescente nella riduzione dei costi commerciali e nell’aumento degli scambi tra paesi.
La geografia del commercio digitale
Anche la geografia del commercio digitale sta cambiando. Nel 1995 i paesi OCSE rappresentavano l’82% delle esportazioni globali stimate del commercio digitale, nel 2018 tale quota era scesa al 73%.
Gli Stati Uniti, pur rappresentando ancora la quota maggiore delle esportazioni di commercio digitale globale stimate nel 2018 (15,5%), registrano un calo di 1,5 punti percentuali rispetto al 1995. Germania, Francia e Italia hanno visto la loro quota stimata di commercio digitale diminuire di oltre 2 punti percentuali dal 1995.
Al contrario, la Repubblica popolare cinese - paese non-OCSE con la quota più alta di commercio digitale stimato - ha visto la sua quota salire dal 2% nel 1995 al 6,7% nel 2018. L’India ha quadruplicato la sua quota e il commercio digitale globale è passato dall’1% al 4%. Anche Singapore ha visto un importante incremento del commercio digitale stimato passando dall’1,6% al 3% nel 2018.
L’importanza relativa del commercio digitale stimato rispetto al commercio totale, è altamente eterogenea. Per paesi come il Lussemburgo, si stima che il commercio digitale rappresenti oltre l’80% del totale esportazioni (rispetto al 57% nel 1995). Seguono il Regno Unito (51% nel 2018) e l'Irlanda (49%). Nella top 10 ci sono anche l'India (il commercio digitale stimato rappresenta il 35% delle esportazioni totali) e gli Stati Uniti (35%).
Disposizioni sul commercio digitale negli accordi commerciali
I progressi nella governance delle questioni legate al commercio digitale sono avvenuti in gran parte nel contesto degli accordi commerciali bilaterali e regionali. Secondo il database TAPED (Trade Agreements Provisions on Electronic-commerce and Data) a giugno 2022 c'erano 116 accordi contenenti disposizioni sul commercio digitale, o e-commerce (il 33% di tutti gli accordi esistenti).
Nel complesso, dal 2001, il 44% degli accordi firmati contengono una clausola sul commercio digitale, o sull’e-commerce. Coprono una serie di questioni trasversali: facilitazione del commercio digitale (autenticazione elettronica framework, paperless trading), privacy e protezione dei dati, protezione del consumatore, cybersecurity, dazi doganali sulle trasmissioni elettroniche…
Parallelamente, i paesi hanno iniziato a negoziare accordi più ampi sull’economia digitale. Dal 2020 fino alla fine del 2022 sono entrati in vigore vari accordi di questo tipo:
- l’accordo di partenariato per l’economia digitale (DEPA) tra Nuova Zelanda, Singapore e Cile (la Cina a novembre 2021, il Canada a maggio 2022 e il Costa Rica nel 2023 hanno presentato richiesta per avviare i negoziati per la loro l’adesione)
- l’accordo sull’economia digitale tra Australia e Singapore (DEA)
- l’accordo sul commercio digitale DTA firmato a novembre 2022 da Regno Unito e Ucraina
- l’accordo di partenariato digitale Corea-Singapore (KSDPA) entrato in vigore nel gennaio 2023.
Gli accordi sull’economia digitale coprono anche questioni relative all'intelligenza artificiale (AI) o alle PMI che spesso non sono compresi nelle clausole sul commercio digitale dei Regional Trade Agreements (RTA).
Governance del digitale
Secondo gli analisti Ocse: “Il rapido cambiamento tecnologico sta avendo un profondo impatto sulle nostre economie e società, approcci flessibili e più coordinati alla governance del digitale possono svolgere un ruolo importante nel plasmare il commercio digitale”.
La connettività digitale e le politiche del commercio digitale hanno un impatto diretto sulla capacità di ordinare e di effettuare scambi commerciali in formato digitale. Ma hanno un impatto anche quando le transazioni commerciali non vengono ordinate o consegnate digitalmente, in quanto possono:
- ridurre i costi alla frontiera
- aiutare a identificare nuove opportunità commerciali (fornitori o clienti).
Il documento dell’Ocse evidenzia infine che la digitalizzazione è importante in tutti i settori dell’economia, compresi l’agricoltura e l’alimentazione, oltre alle attività manifatturiere.
Fonte: Oecd Trade Policy Paper n. 273 (“Of bytes and trade: quantifying the impact of digitalisation on trade”)