L’obiettivo principale della nuova programmazione sarà rafforzare e far evolvere la relazione con i clienti attuali.
Indirizzare le energie e le risorse sul miglioramento della relazione tra brand e consumatori sarà più semplice essendo perfettamente consapevoli di cosa gli ultimi si aspettano dai primi e come soprattutto le aspettative che i consumatori nutrono nei confronti dei brand siano cambiate in questi anni in risposta alle sfide imposte dall’attualità. Questo sarà l’anno in cui le aziende (ri)scopriranno l’importanza della customer retention.
La tendenza rispetto alle linee programmatiche delle aziende registra un interesse maggiore verso un pubblico sempre più eterogeneo in modo che le persone si sentano più coinvolte e in prima persona se si riconoscono nelle situazioni raccontate nella pubblicità, se provano analogia con i personaggi scelti come testimonial e via così via. L’attualità tende a rendere i piani media quanto più inclusivi possibile e la principale difficoltà che le aziende potrebbero incontrare nel farlo è vincere pregiudizi e stereotipi inconsci.
Limitare le sole energie e risorse all’attivismo di brand non risulta essere essenziale: per le aziende è tempo di ispirare il cambiamento e farlo con azioni concrete, che riflettono i propri valori, la propria filosofia, la propria missione aziendale. È tempo, cioè, di investire in purpose marketing.
Le persone ormai si aspettano che i propri brand del cuore le sostengano nelle cause che reputano più importanti: le proteste del #BlackLivesMatter e quelle degli attivisti per il clima prima e, più di recente, quelle seguite in Iran alla morte di Masha Amini sono state uno straordinario banco di prova in questo senso.
Decifrare in anticipo le necessità e i bisogni dei consumatori risulta essere complicato senza un gran numero di dati a disposizione da analizzare e per le aziende che non l’abbiano ancora fatto sarà prioritario, così, quest’anno imparare a gestire i dati personali delle proprie audience in maniera corretta e compliant alle principali normative esistenti in materia.
Gli insight di Think with Google sui trend digital marketing 2023 suggeriscono che per più di un utente su dieci le esperienze negative per quanto riguarda la privacy online bastano per “tradire” un brand con un altro e più in generale che, quando non possono controllare gli aspetti legati alla privacy, cresce l’insoddisfazione e lo scetticismo degli utenti verso le attività di marketing digitale delle aziende.