Il processo di digitalizzazione delle imprese si poggia sulla disponibilità di un’adeguata infrastruttura tecnologica fisica e su una serie di competenze e assetti organizzativi che ne favoriscano lo sviluppo e l’utilizzo.
L’Osservatorio Digitalizzazione - costituito nel 2018 da Confindustria Milano, Monza e Brianza, Lodi e PwC - analizza il grado di digitalizzazione delle imprese a livello produttivo, gestionale e organizzativo (dotazione tecnologica, gestione del rapporto con il cliente, procurement, ricerca e sviluppo, sicurezza informatica, smart manufacturing).
Per integrare l’indagine quantitativa che ha coinvolto quasi 600 imprese, sono stati organizzati Focus qualitativi con 25 imprese appartenenti al gruppo Alimentazione, Piccola Industria, Gruppo Giovani Imprenditori e allo Steering Committee Cyber security di Assolombarda.
Questa combinazione tra informazioni numeriche ed esperienze aziendali fa emergere che, spesso, le realtà più piccole complice anche la minor capacità di spesa:
- considerano la digitalizzazione come un “male necessario” e non come un vantaggio competitivo e sono diffidenti verso nuove soluzioni economiche e flessibili (come il cloud)
- utilizzano l’IT manager esterno come “passaggio intermedio” nella fase di avvio della trasformazione digitale, anche per risparmiare sui costi di aggiornamento continuo di un esperto interno.
Sintesi dei dati
La suddivisione per settori mostra un’equa presenza di imprese operanti nella manifattura (42%) e nei servizi (43%), mentre il restante 15% sono imprese operanti nel commercio. La maggioranza delle imprese dichiara di far parte della categoria B2B (72%), il 14% si considera appartenente al mondo B2C. Il 58% degli intervistati realizza fuori dal territorio nazionale tra lo 0 e il 10% del fatturato; il 21% delle imprese realizza oltre il 50% del fatturato all’estero; il 21% delle imprese appartiene a un gruppo estero.
Si registrano notevoli differenze tra piccole, medie e grandi imprese. Il ritardo delle piccole imprese nel processo di digitalizzazione è rappresentabile con pochi dati:
- il 53% delle micro imprese (da 0 a 9 addetti) dichiara di non avere un IT manager interno o esterno all’azienda, percentuale che arriva a 0% per le grandi imprese (con oltre 250 addetti)
- il 68% delle micro imprese (0-9 addetti) non utilizza sistemi digitali per la segmentazione della clientela, percentuale che scende al 27% nel caso delle grandi aziende
- il 3% delle micro imprese utilizza un sistema di ERP integrato, mentre nelle grandi imprese è quasi sempre presente (92%)
- il 42% delle piccole aziende (10-49 addetti) ha introdotto una figura interna specializzata in cybersecurity, la percentuale sale al 73% nelle grandi imprese.
Alcune grandi aziende non raggiungono alti livelli di digitalizzazione contemporaneamente in tutti gli ambiti aziendali. Sono infatti solo il 6% le imprese avviate stabilmente lungo il sentiero dell’Industria 4.0 che sono dotate contemporaneamente di tecnologie smart, di figure specializzate e di macchinari a integrazione informatica.
L’analisi misura anche la copertura digitale lungo la catena che parte dal fornitore e arriva al cliente (digitalizzazione delle interazioni con fornitori e clienti). I risultati sono modesti: solo l’8% delle imprese primariamente B2C e il 5% delle imprese primariamente B2B:
- hanno introdotto piattaforme integrate con i fornitori
- utilizzano strumenti di digital marketing (al netto del sito web)
- hanno implementato canali di vendita online
- gestiscono in modo digitale il rapporto post vendita con il cliente (ad eccezione dell’assistenza telefonica).
Il 18% delle imprese B2C dichiara di adottare una strategia “omnichannel” contro il 7% delle imprese B2B. Anche la quota di imprese che utilizza strategie “multichannel” e “crosschannel” è maggiore tra le imprese B2C (28% e 6%, rispettivamente) rispetto a quelle B2B (16% e 4%, rispettivamente).
Gestione del rapporto con i clienti
Il report prende in considerazione tutti gli stadi che, partendo dalla promozione digitale dei prodotti e dalla segmentazione della potenziale clientela, passa alla vendita vera e propria, fino al rapporto post vendita con il cliente (in un’ottica non solo di assistenza, ma anche di fidelizzazione). I canali di digital marketing prediletti dalle imprese intervistate sono:
- il sito web aziendale (91% dei rispondenti)
- social media (49%)
- newsletter (42%)
- online advertising (39%)
- SEO (20%)
- blog (13%).
Più della metà degli intervistati dichiara di non utilizzare sistemi digitali per riconoscere e segmentare la propria clientela (57%). Un dato molto diverso a seconda della classe dimensionale: tra le imprese fino a 100 addetti la quota raggiunge il 68%, mentre nelle imprese medio-grandi scende a 27%.
Soltanto il 19% delle imprese intervistate effettua vendite online: le restanti non lo fanno o per scelta (24%) o per motivi legati alla natura del business (57%). La quota di imprese che effettua vendite online, infine, è più che doppia nei servizi e nel commercio (25%) rispetto a quanto si registra nel manifatturiero (12%). La maggior parte delle imprese che ha risposto positivamente registra una quota di fatturato online che non supera il 10% del totale (66 rispondenti su 103).
Il 33% delle imprese intervistate dispone di soluzioni di pagamento digitali o online, dove lo strumento più diffuso risulta essere di gran lunga il bonifico online (menzionato nell’83% dei casi), seguito dalla procedura SDD (25%), dal mobile payment (17%) e dal pagamento con tecnologia contactless (17%).
Con riferimento alle strategie di gestione post-vendita del rapporto con i clienti, il 72% delle imprese dichiara di adottarne, con un’incidenza crescente per dimensione aziendale. Gli strumenti più utilizzati sono: l’assistenza telefonica (84%), assistenza via email (76%) sezione FAQ nel sito web aziendale (18%), chatbot (7%).
Fonte: Osservatorio Digitalizzazione (N. 1/2019)