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Oltre 1300 software house sviluppano applicativi gestionali per la digitalizzazione

10 luglio 2020
di lettura

Sono 1.346 le software house italiane mappate dalla Ricerca dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con AssoSoftware, nel campo degli applicativi gestionali e rappresentano complessivamente un fatturato di 14,9 miliardi di euro. Sommando a questo il valore della relativa rete di vendita (0,9 miliardi), il totale generato è pari a 15,8 miliardi di euro.

Le aziende di questo settore sono per la maggior parte piccole ma registrano una produttività significativa pari a 158.834 euro per dipendente, un dato molto positivo per un settore dove il know-how del proprio personale ICT specializzato rappresenta l’asset aziendale prevalente.

Il mercato

Storicamente l’Italia registra un ritardo nella digitalizzazione rispetto al contesto europeo, che nel 2019 ci vede al ventiquattresimo posto su ventotto secondo le stime della Commissione Europea nel Digital Economy and Society Index, indicatore che valuta il livello di digitalizzazione dei paesi in termini di connettività, competenze digitali, utilizzo di internet da parte dei cittadini e adozione delle tecnologie digitali da parte di imprese e pubbliche amministrazioni.
Tuttavia, a livello nazionale si osserva una solida crescita del settore digitale e una sempre maggiore visione strategica anche a livello governativo sulla sua importanza per lo sviluppo economico del sistema paese.

Partendo dalle oltre 27.000 aziende in Italia legate al software e alla relativa consulenza inizialmente individuate tramite i codici ATECO e selezionando tra queste le più rilevanti in termini di dimensioni (con fatturato maggiore di 1 milione di euro e numero di dipendenti maggiore di 9), la ricerca ha censito 1.346 software house con un’offerta di applicativi gestionali, che rappresentano un fatturato totale di 14,9 miliardi di euro.
Sommando a questo il fatturato generato dalla relativa rete di vendita prese in analisi all’interno del censimento (0,9 miliardi), il valore totale generato è pari a 15,8 miliardi di euro.

Si tratta dunque di un settore relativamente piccolo se confrontato con altri comparti dell’economia italiana ma estremamente rilevante nel campo della digitalizzazione. Come spesso accade quando si quantifica la significatività dell’economia generata dal digitale, questo dato non tiene conto dell’importante impatto indiretto che queste aziende producono per il sistema paese. Infatti, le opportunità di digitalizzazione offerte dai software gestionali si rivolgono a tutti i comparti d’impresa e la loro adozione implica un miglioramento di efficacia ed efficienza dei processi con conseguenze anche dirette sul fatturato delle aziende utilizzatrici.

Dimensioni e distribuzione geografica delle software house

Le software house italiane operanti nel mercato degli applicativi gestionali sono principalmente di piccole dimensioni: il 74% detiene un numero di dipendenti compreso tra 10 e 50 e un fatturato inferiore a 10 milioni di euro.
Nonostante le performance in termini di fatturato inevitabilmente siano correlate al personale impiegato, le software house nel campo degli applicativi gestionali detengono un buon indice di produttività pari a 158.834 Euro per dipendente.
Si tratta di un dato molto positivo se si pensa che il know-how del personale rappresenta l’asset prevalente per questo tipo di aziende, rispetto, ad esempio, a settori come la produzione di hardware e il farmaceutico, dove i costi di produzione hanno un impatto decisamente maggiore sui risultati.

Il totale dei dipendenti impiegati è 93.964, per un settore con un notevole impatto sociale considerato che per la maggior parte si tratterà di personale ICT specializzato, in grado di sviluppare, implementare e gestire i software prodotti.

In termini di collocazione geografica, il 43% delle aziende mappate ha sede nell’area Nord Ovest del paese, seguita dal 25% nel Nord Est e dal 24% nel Centro. Solo l’8% è collocata nel Sud e nelle Isole, evidenziando un divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali in termini di offerta locale di servizi digitali alle imprese.
A livello regionale, sono la Lombardia e il Lazio a detenere il maggior numero di software house e a produrre le performance migliori in termini di fatturato. La prima ospita infatti un fiorente tessuto industriale caratterizzato da distretti relativi alla produzione meccanica, metallurgica, tessile, alimentare e chimica, la seconda invece ospita la Pubblica Amministrazione centrale.

La tipologia di software gestionali offerti

Dalla mappatura sono emersi 5.368 applicativi gestionali offerti nel mercato italiano, rilevando così una media di 4 prodotti per software house. Solo l’8% delle aziende ha un catalogo che supera il numero di 10 prodotti.

Una prima panoramica sui software gestionali mostra al primo posto per numerosità i moduli specifici per l’amministrazione e l’archiviazione (25% dei prodotti mappati). A questi seguono il knowledge management (22%) e i software per i processi di core delle aziende, sia di back-end con la gestione delle operations (21%), sia di front-end nella gestione dei clienti e della relazione con i consumatori (21%).

La distribuzione dei software tramite cloud

Attualmente, nel mercato italiano del software gestionale, il 57% delle aziende detiene almeno un prodotto in Cloud all’interno della propria offerta, che può essere affiancato alla tradizionale metodologia on-premises (ovvero l'installazione nel datacenter del cliente) o essere l’unico modello di distribuzione.

Un dato positivo che segna il consolidarsi di un’offerta italiana di software gestionali in Cloud, anche se con un certo ritardo rispetto alle grandi realtà internazionali. Si segnalano ancora ampie potenzialità di sviluppo dal punto di vista dell’innovatività delle soluzioni: solo il 5% dei prodotti mappati dalla Ricerca incorpora funzionalità innovative, come Artificial Intelligence, Big Data Analytics, Blockchain e Realtà Aumentata. Questo si contestualizza in un mercato dominato dalla piccola e media impresa, in cui gli investimenti in ricerca e sviluppo e la capacità di perseguire strategie di acquisizione in tal senso sono limitati.

Fonte: Osservatori.net Digital Innovation Politecnico di Milano

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