Made in Italy, export 2021 verso il +9,3%: l’e-commerce farà da traino

I dati di PwC sottolineano le opportunità per le Pmi italiane grazie ai canali digitali. L’era post-Covid confermerà l’ascesa dell’e-shopping soprattutto via smartphone e nelle “geografie prioritarie”.

29 ottobre 2021

I dati di PwC sottolineano le opportunità per le Pmi italiane grazie ai canali digitali. L’era post-Covid confermerà l’ascesa dell’e-shopping soprattutto via smartphone e nelle “geografie prioritarie”.

L’esportazione dei prodotti del Made in Italy si prepara a un anno di crescita dopo il crollo del 2020 causato dalla pandemia di Covid-19.

I canali digitali sono il traino di uno sviluppo che sempre più sarà legato all’e-commerce.  Come è emerso durante l’evento in streaming organizzato da PwC “L’Export digitale per le Pmi: le opportunità per il Made in Italy”, in base ai dati Istat, Ocse, Oxford Economics e Sace, alla flessione dell’export italiano nel 2020 (–15,3%) farà seguito una ripresa robusta quest’anno, con vendite su scala globale stimate a 461 miliardi di euro (+9,3%). Pur se non con gli stessi ritmi la crescita proseguirà nel 2022 (export dei beni del Made in Italy a 487 miliardi di euro,+5,5%) e nel 2023 (510 miliardi di euro +4,8%).

La ripartenza sarà tuttavia differenziata in base alle aree geografiche. Le imprese italiane dovranno acquisire maggiore competitività nelle principali economie di sbocco e nelle venti “geografie prioritarie” in un’ottica di opportunità nel medio-lungo periodo. Tra i mercati da presidiare: Germania, Usa, Cina, Russia, Giappone, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Nei mercati chiave l’Italia può attendersi una crescita media annua delle esportazioni di oltre il 5% a partire dal 2021.

Le restrizioni fisiche e le misure di distanziamento imposte dalla pandemia hanno cambiato le abitudini di acquisto dei consumatori, facendo comprendere ancora di più la centralità e le opportunità dei canali digitali e dell’e-commerce per tutte le categorie di merci e servizi.

Il 79% dei consumatori su scala mondiale acquista online (+5% sul 2019); di questi un consumatore su cinque fa shopping esclusivamente online. Lo smartphone è il device che cresce di più per gli acquisti digitali (+45%), seguito dal pc (+41%) e dal tablet (+33%). Il 41% dei consumatori continua a preferire il negozio per le spese giornaliere e settimanali, contro il 33% che preferisce lo smartphone (+7% rispetto al 2019).

Nell’era post-Covid il consumatore darà maggior attenzione al prezzo, prediligerà una customer experience sicura e accessibile, e riconfermerà il coinvolgimento del digitale, con un forte utilizzo di dispositivi mobili. Molto interesse sarà dato agli influencer e al passaparola, con maggiore propensione alla condivisione dei propri dati. Infine, l’attenzione ai temi della sostenibilità sarà sempre più determinante nel guardare ai brand e influenzare gli acquisti.

Secondo PwC, gli acquisti online dominano nelle categorie abbigliamento e calzature (53% online contro il 22%in store), elettronica (41% online, 21% in store), cosmetica (39% online, 21% in store) e attrezzature sport&fitness (32% online, 18% in store).

Si dividono più equamente fra gli acquisti online e quelli in negozi fisici gli alimentari (33% online, 32% in store), gli elettrodomestici (30% online, 23% in store) e i prodotti fai-da-te per la casa (32% online, 23% in store).

Il 42% dei consumatori quando acquista online premia velocità e affidabilità nelle consegne, fattore chiave per le aziende che vendono online. Tra gli altri fattori sono particolarmente apprezzati la disponibilità dei prodotti, la facilità e rapidità di ricerca nei siti ed una buona politica di reso.

Nel 2020 gli eventi digitali hanno registrato cifre da record, spingendo gli acquisti: l’11 novembre il Global Shopping Festival di Alibaba ha movimentato un valore lordo di merci pari a 62 miliardi di euro in 11 giorni (dal 1 al 11 novembre). Il Black Friday 2020, invece, ha registrato una spesa totale negli Stati Uniti di 9 miliardi di dollari e un fatturato del +189% rispetto al 2019 in Italia.

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